Si esegue la valutazione funzionale della mano (raccolta dei dati utili ai fini riabilitativi, con l’utilizzo di tutti quegli strumenti, quali schede di valutazione, dinamometri, goniometri, test per la sensibilità, che mirano a quantificare le restrizioni di movimento, le alterazioni della sensibilità, la presenza di edema, i deficit di forza e destrezza nonché le limitazioni funzionali durante le attività di vita quotidiana) finalizzati alla stesura di un piano terapeutico.
Utilizziamo questo metodo perché riteniamo che una buona valutazione dell’entità della disfunzione della mano, sia il miglior modo per pianificare un intervento fisioterapico efficace.
In base agli obiettivi terapeutici che vogliamo raggiungere, utilizziamo gli strumenti propri della fisioterapia: ultrasuoni a secco e in immersione, ionoforesi, paraffinoterapia, Tecarterapia, lavoro elettroattivo (elettrostimolazione su tavola canadese bloccante mediante correnti bifasiche simmetriche compensate e faradiche per denervati), pressoterapia pneumatica intermittente, biofeedback.
Ampio spazio viene riservato al trattamento manuale mediante tecniche quali linfodrenaggio manuale, tecniche di rinforzo muscolare, tecniche di manipolazione dei tessuti molli (manipolazione fasciale), tecniche di mobilizzazione / manipolazione articolare e neurodinamiche (applicazione del concetto Maitland), scollamento della cicatrice manuale e trattamento del tessuto cicatriziale mediante miofibrolisi diacutanea o fibrolisi cutanea se necessario ed indicato.
Fondamentale è il lavoro sulla neuroplasticità e suoi meccanismi che, secondo le recenti acquisizioni scientifiche, prevede i seguenti step: Ricostruzione della lateralità, Immagine motoria, Mirror Therapy.
Tale terapia presume il riconoscimento di immagini per ripristinare la lateralità, la simulazione mentale di un movimento senza attivazione macroscopica e gli esercizi mediante specchio con l’arto sano.
L’obiettivo di questo lavoro è di mantenere “allenate” le sinapsi cerebrali deputate al controllo dell’arto lesionato e trova impiego in caso come amputazioni o sub-amputazioni di strutture anatomiche dell’arto superiore, esiti di algodistrofia, immobilità prolungate, ossia casi clinici in cui non è possibile applicare un protocollo precoce attivo di trattamento riabilitativo.
Utilizziamo anche bendaggi compressivi all’ossido di zinco in caso di edema, bendaggi funzionali come svezzamento dal tutore in caso di pazienti che praticano attività sportive (basket, calcio, sci, scherma, pallavolo, tennis, rugby, ecc.); applicazione del kinesiotaping come trattamento contro il gonfiore, l’infiammazione, la riduzione della sindrome algica periferica.
Qualora il trauma non dovesse portare ad un recupero funzionale della mano, forniremo al paziente un aiuto nella scelta di ausili e di strategie più consone per poter affrontare le difficoltà quotidiane come lavarsi, vestirsi e nutrirsi.